
Anno: 2011
Regia: Tomas Alfredson
Uscita in Italia: -
Polanski dimostra la sua maestria usando monataggio e cambi di inquadrature per sottolineare il ritmo del testo (Paolo Mereghetti, Il Corriere della Sera)
Un dramma da camera che coniuga il piacere della forma al valore della storia (Marzia Gandolfi, mymovies.it)
Un film decisamente buono, di solida struttura narrativa [...] e con un cast di attori che si vorrebbe non finissero mai di recitare (Paolo Mereghetti, Il Corriere della Sera)
Un viaggio nella perdita di ideali [...] Una lotta darwiniana per il potere con interpreti magistrali (Alberto Crespi, L'Unità)
Un fluire funebre del tempo dettato dall'occhio di un maestro dello stile di un rigore assoluto (Giancarlo Zappoli, Mymovies.it)
Una riflessione estrema [...] sull'immanenza del male e l'insensatezza dell'universo [...] sulla mancanza di compassione (e salvezza) del genere umano (Marina Sanna, Cinematografo.it)
Agghiacciante ritratto di famiglia e della società iraniana (Carlo Chatrian, Mymovies.it)Anno: 2011
Il regista prosegue un cammino autoriale molto personale e di spessore e con questo lavoro conferma le sue grandi capacità di scrittura e di messa in scena (Nicola Falcinella, Mymovies.it)Anno: 2011
Miracolo è la parola giusta da usare per sintetizzare lo straordinario equilibrio tra intenzioni e realizzazioni, tra semplicità della messa in scena e poesia della recitazione e dei dialoghi (Paolo Mereghetti, Il Corriere della Sera).
Che delizia Kaurismaki! “Le Havre” è un film tenero e forte, ironico e drammatico, fiabesco e attuale (Alberto Crespi, L'Unità)
Intimo e universale, lirico e introverso, si guadagna un posto al sole nel cinema che conta (Federico Pontiggia, Il Fatto Quotidiano)
Lucidamente intimo, il percorso di vita di un personaggio indimenticabile (Giancarlo Zappoli, Mymovies.it)
Sulla carreggiata dell’action criminale, dunque, Refn fa stop e go nell’intimismo, rifornisce macchine e pilota di ineluttabilità (Federico Pontiggia, Cinematografo.it)
Corpo celeste è, a memoria non solo mia, il più bell’esordio cinematografico di una regista italiana (Paolo Mereghetti, Il Corriere della Sera)
Se una regista nemmeno trentenne è capace di creare con pochi mezzi e tante idee un film come Corpo Celeste, si può essere ottimisti sul futuro del cinema italiano (Curzio Maltese, La Repubblica)
Von Trier realizza il suo film più controllato, perciò forse anche più agghiacciante e crudele (Gianluca Arnone, Cinematografo.it)
C'è uno sforzo di essenzialità e di intensità che va direttamente al cuore della loro scommessa di registi: raccontare la realtà attraverso la finzione (Paolo Mereghetti, Il Corriere della Sera)
L'opinione di chi scrive è che The tree of life sia il più straordinario dei film visti in concorso, ma anche un capolavoro contenuto e quasi imprigionato in una crisi mistica di arduo fascino (Curzio Maltese La Repubblica)
Non si può rimanere indifferenti di fronte allo splendore visivo e alla intensità emotiva di un film che si spinge là dove pochissimi sinora avevano osato avventurarsi (Alberto Barbera, Cinematografo.it)
Un piccolo, grande film che riconcilia col cinema, di una leggerezza ammirevole e appagante (Alberto Barbera, Cinematografo.it)
La cosa straordinaria è la leggerezza con la quale Gus Van Sant riesce a raccontare una storia così cupa (Alberto Crespi, L'Unità)
Con Habemus Papam siamo di fronte al film più maturo di un regista che ha saputo conservare intatti il proprio segno inconfondibile e le tematiche che gli stanno da sempre a cuore (Giancarlo Zappoli, mymovies.it)
Il film è delizioso, di gran lunga il migliore di Woody almeno dai tempi di Match Point (Alberto Crespi, L'Unità)
Ma il vero piacere del film è soprattutto in questa libertà assoluta che offre a Woody Allen la possibilità di «giocare» con una serie di mostri sacri della cultura novecentesca (Paolo Mereghetti, Il Corriere della Sera)